Definizione e caratteristiche principali

Eccoci giunti al terzo appuntamento con la rubrica riguardante la sostenibilità, grazie per essere ancora qui a leggere queste righe!

Negli scorsi appuntamenti abbiamo analizzato cosa significa parlare di sostenibilità, sia in termini più generici, che in maniera più dettagliata, andando a sviscerare i vari ambiti economici, ambientali e sociali.

Ma ora iniziamo ad andare nello specifico analizzando il Core della rubrica, ossia la Sostenibilità dal punto di vista Personale.

Cos’è davvero la sostenibilità personale?

È la capacità di soddisfare i bisogni veri e propri dei diversi aspetti della tua vita – salute, lavoro, finanze, famiglia, spiritualità, affetti, benessere ecc. – in un modo che sia compatibile con la salvaguardia, nel presente e nel futuro, delle tue risorse psicofisiche e, allo stesso tempo, di quelle del pianeta.

Lo so, dopo aver letto questa definizione, ti starai chiedendo: ma perché la mia sostenibilità personale coinvolge anche quella del pianeta?

Non riguarda solo me?

No, perché sostenibilità personale e sostenibilità ambientale per quanto siano differenti, sono due lati della stessa medaglia.

Tu sei un micro-ecosistema all’interno di un macro-ecosistema.

Perciò, pensi davvero che la tua sostenibilità e quella del pianeta non si influenzino a vicenda?

Lo fanno e pertanto non puoi pensare di vivere in modo sostenibile sul piano personale all’interno di un macro-ecosistema malato.

Però puoi coltivare ogni giorno il tuo ecosistema interiore occupandoti, nel contempo, della piccola “Green Mission” che ti è stata affidata.

Infatti, tu, come ogni altro essere umano, non puoi risolvere di punto in bianco tutti i problemi del mondo, ma puoi e devi adoperarti per migliorare quella porzione di mondo che è alla tua portata.

Ovviamente non è facile pensare in maniera lungimirante associando il proprio status mentale e fisico al benessere del pianeta intero, però se ti stai chiedendo cosa significa nello specifico ciò che hai appena letto, ecco qui un esempio pratico e, soprattutto, molto attuale nella nostra quotidianità:

<< Hai adottato uno stile di vita che, per essere mantenuto costante nel tempo, necessita di un guadagno netto di 1500 € mensili.

Assodato questo, quindi, dopo vari tentativi, trovi quel lavoro che ti permettere di guadagnare tale cifra in maniera tale da soddisfare le tue ambizioni economiche mensili.

Tuttavia ti rendi conto che, a lungo andare, questo lavoro ti mette pian piano alle strette tra vita frenetica, stress, turni straordinari non retribuiti, dolori fisici dovuti alla mancanza di giusto riposo, fino a sfociare in litigi con chiunque ti stia intorno, dai familiari, agli amici e fino ai colleghi.

Cosa sta succedendo?

Perché ti senti così?

Dove stai sbagliando?

E’ molto semplice.

Il tuo corpo ti sta lanciando dei segnali, abbastanza inequivocabili, che ti fanno rendere conto che il tuo bisogno legato ad una scelta economica è stato soddisfatto, però il prezzo da pagare è ben più grande – ossia il tuo benessere psico-fisico.

Questo significa, allora, che questo lavoro non è per te davvero sostenibile e va pertanto modificato in alcuni suoi elementi (ad esempio chiedendo al datore di lavoro di pagarti gli straordinari) o abbandonato del tutto (certo, questo non è sempre possibile o, almeno, non nell’immediato, ma allora puoi compensare la mancanza di sostenibilità in questo settore amplificando quella relativa ad altri aspetti della tua vita).>>

Da questo esempio molto comune, si possono trarre diversi spunti di riflessione, in particolar modo di tre tipi:

  • mai ignorare i segnali che manda il tuo corpo;
  • fermarsi un attimo nei momenti di “affanno” e riflettere su quali sono i punti da migliorare;
  • non si vive solo per lavorare, si vive soprattutto per se stessi.

Anche uno solo di questi punti, potrebbe innescare una serie di reazioni a catena che potrebbero poi andare a sfociare nella mancanza di cura e sostenibilità delle tue abitudini anche nei confronti dell’ambiente stesso.

Quindi, se uno di questi punti ti ha toccato particolarmente, allora chiediti da dove deriva questo tuo “malessere”.

E’ così che si incomincia perché, in fondo, compiere un piccolo passo è sempre meglio che stare fermi.

Francesco Luigi Mele

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