Neve? Quella cosa bianca, fredda, fatta di tanti piccoli cristallini? Cosa sei, un boomer?

Dimenticatela, perché un team di studiosi l’ha reso ufficiale: “Sulle Alpi nevica plastica”. 

D’altronde ci stiamo ormai dimenticando dei candelotti (hai presente quelle stalattiti di ghiaccio che si formano sotto ai davanzali? No? Appunto), un giorno chi se la ricorderà più la neve com’è ora.

D’accordo, ancora non parliamo di bottiglie, imballaggi, ecc. che ci cadono in testa, per ora si tratta solo di nanoplastiche, ma con una stima di fino a 3.000 tonnellate all’anno sulla piccola Svizzera, siamo sulla strada giusta.

Il temerario viaggio che hanno intrapreso queste coraggiose avventuriere è ancora difficile da tracciare con esattezza, ma questo team si è così interessato a loro da averci condotto lo studio Nanoplastics transport to the remote, high-altitude Alps, realizzando la più accurata ricerca sull’inquinamento atmosferico da nanoplastiche mai condotta. Se sia frutto di una fortissima dedizione o un incaponimento contro le povere nanoplastiche, lasciamo ai posteri l’ardua sentenza.

Non temere, potrai ancora tirar fuori la lingua quando nevica, tanto queste nanoplastiche, a differenza di quelle micro, non finiscono nello stomaco, ma in profondità nei tuoi polmoni, dove, grazie alle loro dimensioni, possono entrare in circolazione nel tuo flusso sanguigno. Ma ci tengo a rassicurarti: non è ancora chiaro se sia dannoso o pericoloso per la salute, quindi va tutto bene!

E ora vai, prendi sci, snowboard o ciaspole e fatti un giro sulla neve di plastica. Come? Dove abiti ormai non nevica più?


FRANCESCA TAGLIAVINI


Fonti
greenreport.it – Sulle Alpi nevica plastica
fanpage.it – Sulle Alpi nevica plastica: ogni anno ne cadono 3.000 tonnellate

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